Silenzio e Solitudine

Marilina Celotto – Vicecoordinatore Istituti Paritari Bergamo

Chiusi in casa, in famiglia o soli, prendiamo coscienza di una dimensione a cui non siamo abituati. Il non fare, lo stare fermi a guardare, attoniti, un mondo fuori che ci dice di fermarci, non possiamo avere contatti sociali. Fermi e aspettare il dopo…ma come si fa, non l’abbiamo mai fatto. STARE e non FARE

Viviamo un clima di solitudine surreale a cui non siamo abituai. Lo esprime molto bene la poesia di

  Mariangela Gualtieri, 9 marzo 2020:

 “Questo ti voglio dire, ci dovevamo fermare.

Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti ch’era troppo furioso il nostro fare. Stare dentro le cose.

Tutti fuori di noi. Agitare ogni ora – farla fruttare.”  

Far “fruttare “ogni ora, ma ora che viviamo la condizione di Stare e non di Fare, stiamo riscoprendo una dimensione nuova: il contatto con noi stessi nel silenzio del nostro sè. Ci riscopriamo a saper affrontare il trauma della sofferenza, della solitudine e potremmo dire della privazione della libertà.

Scoprire quali sono le cose veramente importanti per noi e che ci mancano della nostra vita di prima, guardiamo il mondo da una prospettiva diversa, fermi ad aspettare il dopo e ci accorgiamo di quante cose inutili hanno riempito la nostra vita. Semplice, basta fermarsi a riflettere cosa ci manca veramente nella nostra nuova condizione: la socialità, l’abbraccio dell’amico, la condivisione con il nostro altro che è fuori di noi di cui oggi ne sentiamo la mancanza!

Immagino a quando questo finirà… e lo spero ardentemente…, la gioia di abbracciare l’altro, l’amico, il vicino. Sarà bello tornare al “prima” ma con una nuova consapevolezza, avremo imparato a stare e non solo a fare. Avremo imparato ad osservare il mondo con occhi nuovi e con l’amore per l’altro che è fuori di noi.

Mariangela Gualtieri:

A quella stretta

di un palmo col palmo di qualcuno

a quel semplice atto che ci è interdetto ora –

noi torneremo con una comprensione dilatata.

Saremo qui, più attenti credo. Più delicata

la nostra mano starà dentro il fare della vita.

Adesso lo sappiamo quanto è triste

stare lontani un metro.