LETTERA A PAPA FRANCESCO

Le riflessioni dei nostri ragazzi della classe prima dell’Istituto Tecnologico “Alan Turing” sono state pubblicate da ECO di BERGAMO nella giornata di sabato 09/05/2020 p.10-11

Studenti – Primo anno Istituto Tecnologico “Alan Turing”

Sua Santità Papa Francesco,

Lei sarà ricordato nella storia come il Papa Umano.
Ci ha dimostrato che la Chiesa è fatta di gesti semplici, terreni, umani, di iniziative come una telefonata a uno dei sette miliardi di abitanti della Terra che oggi vive un dramma; è fatta di gesti che evidenziano come essere Papa non significhi solo avere sulle spalle la responsabilità di guidare uno Stato e il mondo cattolico, ma vuol dire soprattutto essere d’esempio e stare vicino alla gente.
In questo tempo di dolore per la tragica pandemia che ha colpito il mondo, Lei ha manifestato la sua umanità in tanti modi, quando in una piazza San Pietro deserta ha urlato a Dio tutta la sofferenza dell’umanità per l’epidemia di Coronavirus: «La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità». Lo ha fatto con un gesto entrato ormai nelle caratteristiche del pontificato: la telefonata.

PRONTO SONO PAPA FRANCESCO “

Questo gesto così semplice ma così umano ci ha commossi e ci ha resi tutti partecipi di uno stesso dolore. Noi ragazzi del primo anno del Tecnologico “Alan Turing” di Bergamo, abbiamo voluto riflettere tutti insieme su quanto questi Suoi gesti ci hanno confortato in questo doloroso momento, soprattutto per noi di Bergamo, che abbiamo vissuto da spettatori e per qualcuno in prima persona la perdita di parenti ed amici dei nostri nonni e genitori.

Le alleghiamo alcune delle nostre riflessioni:

Alice Compagnoni
Ho sempre seguito le Sue parole di speranza e di incoraggiamento tramite la televisione, ho partecipato alla Sua Benedizione Urbi et Orbi e alla Via Crucis del Venerdì Santo. Anche se isolata in casa con la mia famiglia sono riuscita a sentirLa vicino come quando da piccola sono andata in Piazza San Pietro per assistere alla Sua Benedizione.
Rivedere la piazza deserta con Lei al centro ha suscitato qualcosa di nuovo in me, come tutte le cose nuove che sto affrontando. Lei ha rappresentato la solitudine in cui l’uomo sta vivendo in questo momento, ma Le Sue parole durante l’Omelia sono state di grande conforto e mi hanno ridato forza per rinascere in una nuova idea di vita perché, come Lei ci ha ricordato, eravamo convinti di vivere sani in un mondo malato.  Mi auguro che il Suo appello di restare uniti nella fede per salvarci sia stato recepito da ogni coscienza. 
Non smetta mai di pregare per noi in modo che uniti potremo accorciare le distanze sia fisiche sia del nostro cuore.  
Alice 

Andrea Vasini
Gentile Papa Francesco, la situazione dolorosa che stiamo attraversando comporta un’acuta sofferenza per le nostre famiglie e le nostre comunità. La nostra regione, in modo particolare, sta patendo un impatto molto forte. Quindi Le chiedo di continuare a pregare per me e per la mia famiglia, e La ringrazio per la Sua vicinanza a noi tutti, lei ci fa capire che non siamo soli, e che ce la possiamo fare, restando uniti e pregando tutti assieme! Caro Papa io e la mia famiglia preghiamo sempre per Lei come ci chiede sempre nelle Sue omelie.
Andrea

Filippo Gamba
Caro Papa, noi a Bergamo abbiamo sempre avuto come riferimento il Papa Bergamasco, Giovanni XXIII, nato Sotto il Monte da un’umile famiglia di contadini e grazie alla Sua umanità e caparbietà è riuscito a diventare Papa. Lei ha vari aspetti in comune al “Papa Buono”, perché a modo vostro avete cambiato la chiesa.  Noi apprezziamo la Sua umanità nel tenere a cuore i più bisognosi.  l’intero Mondo è in una situazione drammatica, Lei non solo ha pregato giorno e notte, ma è anche sceso in strada passeggiando come un uomo qualsiasi e si è recato in una chiesa qualunque per pregare come noi persone comuni. Telefonando addirittura a persone che hanno contratto il virus cercando di confortarle, come un amico, e forse è proprio così che potremmo chiamarla, Papa Giovanni veniva chiamato il papa buono, lei potremmo definirla “il Papa Amico”, amico di tutti, del ricco, del povero, del malato e del sano, senza alcuna distinzione.
Filippo

Matteo Poli
Sono un ragazzo della città di Bergamo, che come ben sa, è la più colpita d’Italia. Le scrivo per ringraziarla e di continuare a pregare insieme a tutte le persone del mondo per sconfiggere questo terribile virus, poiché le giornate si fanno di giorno in giorno più dure a causa del distanziamento sociale che stiamo vivendo.
Matteo

Andrea Masotti
A causa della grave crisi che l’intero pianeta sta vivendo, sento il bisogno di una guida che mi aiuti a capire il senso di questa situazione. I Suoi messaggi arrivano a tutti, anche ai non credenti e, per questo motivo, Lei rappresenta per me la persona in grado di indicare il cammino verso il “dopo”. Per questo, spero che Lei venga a Bergamo per darci sostegno e speranza, per dare la forza a noi giovani di affrontare il futuro con un atteggiamento positivo.
Andrea