L’Italia in trincea
Beatrice Bissa – II ISTITUTO TECNOLOGICO “ALAN TURING”
Sono passati ormai trenta giorni da quando i nostri medici e infermieri si sono trasformati in guerrieri in trincea, assistendo a situazioni orrende negli ospedali e lavorando con turni estenuanti: senza guardare l’orologio e spesso anche senza essere pagati. “Restate a casa! Uscite solo per emergenze o per spesa e lavoro” questo è il forte appello da parte dei medici ormai quasi stremati.
Parole che, all’inizio di questa quarantena, sembravano non essere prese tanto seriamente da parte degli italiani, aumentando così il numero di contagi in maniera esponenziale.
Siamo il primo paese al mondo per contagi, scalando anche la vetta del primo posto per il numero di vittime. In questo momento più che mai dobbiamo contribuire nel sostenere tutti coloro che si stanno sacrificando per aiutare delle vite! Come un semplice grazie, come il lungo applauso che a mezzogiorno, sabato scorso, si è alzato dai balconi di tutta Italia.
Gesti importanti, che sostengo psicologicamente i diretti interessati, reclusi per dodici ore al giorno nei reparti degli ospedali, costretti a turni massacranti e stretti nell’armatura (tute, mascherine, visiere, guanti) che rende loro difficile anche compiere alcuni fra i più banali movimenti.
I sanitari sono spesso devastati dalla sofferenza che vivono ogni giorno i pazienti e dalla paura del virus che ha già ucciso alcuni colleghi. Il mio augurio è che presto finirà la tempesta e risplenderà il sole su tutti noi!