Una Primavera che tarda ad arrivare

Piergiorgio Arioli – I ISTITUTO TECNOLOGICO “ALAN TURING”

In questo momento di quarantena forzata, unica soluzione per difendersi dal coronavirus, le parole “opportunità di riflessione “ mi suonano stonate!

 Oggi, 26 Marzo, trentaduesimo giorno che mi trovo chiuso in casa, posso dire di aver passato la maggior parte di questi giorni a riflettere, oscillando tra il senso di paura, l’inquietudine, la noia e la rabbia. Mi sento quasi stanco di riflettere!

Il tempo sembra congelato, le giornate trascorrono lente e scandite da una nuova quotidianità.

La mia stanza è diventata la mia aula, il mio computer il mio zaino, le scale di casa mia le uniche vie che percorro e la fibra ottica l’unico ponte e l’unica finestra a cui posso affacciarmi sul mondo.

Il mio paese è avvolto dal silenzio, poche auto passano per la via e tristi campane suonano a morto più volte al giorno. Questo mio paese che si nasconde dietro piccole finestre, si affaccia curioso solo al suono delle sirene o al rombo dell’elicottero in partenza dal pronto soccorso.

I giornali, i telegiornali e i programmi televisivi risuonano come dei dischi rotti, sono bloccati sulla solita canzone: numero di contagi, decessi, curva e picco epidemiologico, bare di defunti bergamaschi trasportati da carri militari, conferenze stampa, Conte, Borrelli, Fontana, Gallera, pandemia, aiuti, blocchi mascherine….

Paesani che vengono a mancare, parenti ammalati che forse sono stati contagiati dal Covid-19, vicini di casa che vengono soccorsi dai volontari della Croce Rossa o dai carabinieri…

Difficile trovare in tutto questo delle opportunità, se non quella di imparare ad apprezzare di più la vita, il nostro lavoro di studenti e la compagnia e il sostegno degli amici.

Penso che l’unica cosa bella di questa quarantena sia stato il tempo trascorso in famiglia, rispolverando vecchi giochi da tavolo, tornei di Scala Quaranta e gustando ricette prelibate.