CURARE E CONDIVIDERE LA VITA

Elena Nodari – Psicologa e Psicoterapeuta Docente Liceo Scienze Umane

Ognuno di noi ha le proprie crepe e fragilità…Siamo tutti precari e deboli, combattiamo con la paura di non farcela, l’insicurezza, l’incertezza, l’invisibilità di un minuscolo virus potenzialmente pericoloso… Ricordiamoci che nella nostra fragilità si nascondono i valori più grandi! “La fragilità è un valore umano”. Non sono le dimostrazioni di forza a farci crescere, ma le nostre mille umane fragilità che ci aiutano ad affrontare le difficoltà. Normalmente, il nostro contesto culturale, ci insegna a nascondere le debolezze, a non far emergere i difetti. Si pensa spesso all’uomo di roccia, all’uomo forte… Viviamo in una stagione che è caratterizzata dal mito ubriacante dell’efficienza e della qualità: se sei al massimo delle prestazioni e dell’eccellenza, conti; se non lo sei non conti. E’ una visione della vita ampiamente esibita, in cui è centrale il culto del corpo bello e forte; la vita deve essere bella, perfetta, intelligente, ricca di successo. La vita conta se appare, se si dà valore all’immagine. Non devono mai apparire fragilità e debolezza come se fossero segno di disonore e cedimento. Si sente dire che l’educazione deve edificare un bambino coraggioso, che affronta le lotte e le vince. La PAURA va dimenticata e sostituita con la POTENZA.

ED ORA STOP…FERMI A CASA PER GIORNI E GIORNI…I NOSTRI PROGETTI SONO SCONVOLTI…IL FUTURO E’ UN’INCOGNITA PER TUTTI…Tutto si è FERMATO ed è capitato in un istante: il disorientamento, lo sconcerto, la sorpresa, l’ignoto, l’imprevedibile, l’inatteso, il temuto…Viviamo un tempo strano, di sospensione, di attesa, di riflessione… In un attimo stiamo cambiando la visione del mondo, della salute, della corporeità, del lavoro, della famiglia, la gestione del tempo, degli spazi di casa, degli affetti, delle relazioni familiari ed extrafamiliari, del modo di volerci bene…

Ora siamo attenti soprattutto al nostro corpo, a come sta il nostro corpo, ai segnali che ci manda…

Il corpo, il nostro corpo, è un corpo di affetti. Questi affetti ci costituiscono e ci permettono di essere il nostro corpo: precario, gracile, affamato, abbandonato, recalcitrante, risentito, bisognoso. E, siamo intrecciati gli uni agli altri anche senza contatto fisico, senza abbracci, senza mani intrecciate; nell’incontrarci, a due metri di distanza, ci domandiamo silenziosamente se l’altra persona porta in dono l’invisibile esserino che ci sta fermando. Siamo tutti a “pelle scoperta” di fronte a un nemico invisibile. In questo periodo possiamo permetterci di svelare le nostre fragilità umane, di mostrarle a tutti, di guardarci con amorevolezza ed osservare, con tenerezza, gli altri, preoccupati come noi. Noi siamo costituzionalmente fragili e spesso ce ne dimentichiamo; ma la fragilità è la nostra forza…

SPESSO CI DIMENTICHIAMO DELLA NOSTRA PRECARIETA’ E DEBOLEZZA! QUANDO SIAMO DEBOLI, SIAMO FORTI!