Dalla scrittura autobiografica terapeutica al lavoro di gruppo

di Sonia Scarpante 

La scrittura e il suo svolgersi, prima individuale e poi collettivo, sollecita fortemente una maggior comprensione dell’altro, una predisposizione più marcata verso chi sta raccontando di sé, un’attenzione più sentita e naturale per chi sta ascoltando, una disponibilità ad accogliere il senso nuovo della vita altrui e della nostra, in un clima caratterizzato da un’indiscussa e pervasiva fiducia.

La mia autobiografia diviene il primo strumento per entrare in contatto con il gruppo e organizzare subito dopo il lavoro sull’interiorità….

Constatiamo, durante questo percorso comune, che stando insieme è più facile elaborare disagi etraumi vissuti ma non espressi compiutamente.
Impariamo a costruirci una diversa immagine interiore di noi, in modo meno frettoloso e più autentico, individuando e tirando fuori ciò che del nostro passato cerca un conforto nell’ascolto reciproco di oggi.
Impariamo a rivivere e a staccarci da esso gradatamente, accettando le nostre incongruenze di ieri e i limiti di chi abbiamo avuto accanto. Il foglio di carta ci serve per illuminare la nostra vita.

Scrivere aiuta a dare interpretazioni nuove che non conoscevamo prima, ad alleggerire il peso di sofferenze, anche acute.

Malessere che in taluni può aver creato e crea resistenze, massa, volume demotivante, calo delle difese immunitarie, come ben spiega la mia stessa storia privata.

Tramite la scrittura di gruppo ci si aiuta l’un l’altro in un percorso indirizzato alla fiducia e all’apertura verso il futuro. Senza sentirsi giudicati e senza giudicare. Senza pregiudizi.

Arriviamo a maturare, grazie al lavoro condiviso, una consapevolezza personale e collettiva maggiore. Ci rendiamo conto che non siamo abituati ad entrare in profondità nelle relazioni e, in molti casi, che non ci siamo aperti emotivamente, come desiderato, né agli affetti né ai sentimenti. Spesso ci rendiamo conto, confrontandoci e specchiandoci l’un l’altro, che per paura non abbiamo
espresso ciò che veramente ci si muoveva dentro, la nostra autenticità, i nostri più vivi desideri.
Diventiamo più consapevoli della nostra personalità accorgendoci che abbiamo aderito a gran parte della nostra vita difendendo ciecamente un ruolo o una nostra immagine costruita inconsapevolmente.
Che per anni abbiamo agito nella difesa di certe costruzioni mentali, reprimendo in noi l’apertura, la disponibilità verso gli altri che poi si rivela, spesso, una grande ricchezza per costruire opportunità nuove. …

Sonia Scarpante, scrittrice, docente di scrittura terapeutica

Presidente Associazione “La cura di sé”

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